“Quando non capiamo qualcuno, quando non capiamo un altro modo di pensare, emozionare, parlare, comportarsi, e/o valutare, è difficile relazionarci efficacemente.
Nella vita quotidiana siamo spesso abbastanza ciechi l’uno con l’altro.
Più spesso di quello che possiamo sospettare, falliamo nel realizzare cosa le altre persone stanno sperimentando.
Come può succedere questo? Che cosa contribuisce a questa cecità?
In parte ciò è dovuto alla nostra presupposizione che gli altri pensano-e-sentono come noi.
Usando noi stessi come punto di riferimento su come gli altri pensano, sentono, parlano, valutano, gesticolano e si comportano (o dovrebbero), incappiamo facilmente nell’abitudine di proiettare i nostri propri pensieri e sentimenti sugli altri.
Quando esploriamo i meta-programmi iniziamo con una importante presupposizione, che ci abilita ad anticipare e lavorare con le differenze.
La premessa è che, psicologicamente, noi tutti ci siamo creati il nostro modello del mondo. Ognuno di noi ha la sua propria unica realtà, i meta-programmi e la matrice delle cornici di pensiero–emozione, valutazione, scelta, ecc. È come se tutti noi fossimo cresciuti in un mondo diverso.”
(Michael Hall Ph.D)
Quando parliamo di comunicazione efficace, di gestione dei conflitti e di negoziazione dovremmo iniziare da qui.
Dovremmo prima di tutto sviluppare la competenza e l’abilità di esplorare, comprendere, accettare il mondo dell’altro e di incontrarlo lì, nel suo mondo.
Leggi anche "Dal conflitto al confronto in 5 passi".
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